Barberia Taormina - Bergamo, Provincia di Bergamo

Emanuele Polimeni

Cortesi, efficienti e bravi con le forbici, mi sono trasferito da poco vicino a loro, dopo solo un taglio sono diventati il mio nuovo barbiere. Ti ascoltano e ti tagliano i capelli sempre benissimo, impeccabili

Nicola Basile

Il posto migliore dove prendersi cura di sé. Il titolare è competente e anche simpatico. E poi il sottofondo musicale di gran classe completa il senso di benessere.

Francesco Maruca

Mi sono trovo e mi trovo tutt'ora benissimo in questo posto. Mensilmente faccio il taglio da loro, in maniera specifica con Francesco, un ambiente rilassante, piacevole e nel quale tra chiacchiere e risate fanno passare il momento del taglio di capelli come una uscita rilassante dalla quale esci rigenerato. Consigliatissimo, sia per la bravura che per l'atmosfera

Appuntiegiudizi

piacevolissimo angolo dedicato all’uomo, dove è evidente la passione e la professionalità del personale

Guido Tramontano

Uno dei porchi professionisti che mi ha soddisfatto in pieno, ha ascoltato le mie esigenze elaborando il taglio con estrema cura. Il taglio su capello di lunghezza media è durato 40 minuti per la cura al dettaglio messa.
Consigliatissimo!

Costante Emanuele Grismondi

Assolutamente consigliato. Locale pulito, accogliente con musica di sottofondo rilassante. Personale molto preparato e gentile. Prodotti di alta qualità. ?

Mr Sunny theD

Il barbiere che ti aspetti,il Mr barba per eccellenza!! Francesco una certezza e soprattutto se vi piace rilassarvi con ottima musica beh……le playlist sono davvero ottime!!
Ma parliamo del taglio……dal rasato al lievemente spuntato,dalla barba da rifinire a colorare i capelli beh c’è tutto!!!
Consigliato!!

gianluigi 89

Se questo è un barbiere

Ho prenotato un appuntamento per le 11:30 del 20/04/21. Entro nel negozio, dopo essere stato indicato dal responsabile come “quel vecio lì”, e vengo accolto da un ragazzo dall’aria gentile che mi invita a indossare un grembiule e mi fa sedere. Dopo lo shampoo da rituale, espongo le mie richieste: “Cerco semplicemente un taglio più corto e non diverso da quello che porto, rasato e sfumato sui lati e dietro la nuca. Quanto alla parte alta, vorrei tenerli di una lunghezza maggiore rispetto ai contorni, ma comunque più corta di almeno due dita da come si presentano”. Poi ripeto: “ovviamente, non dimenticare la sfumatura”.
Dal modo in cui maneggia gli strumenti, il ragazzo mi sembra inesperto, quasi nuovo al mestiere. Tuttavia, mi rassicuro pensando che 26€ sia una cifra sufficiente a ricevere quantomeno un trattamento adeguato. Ma non è così: la mano del ragazzo mi avvinghia la testa e la muove a seconda delle esigenze come se fosse quella di un macellaio indeciso su come decapitare una capra. Inizia il lavoro con un rasoio elettrico puntato sulla parte alta del lato destro, dove incide un buco dal quale stabilisce la misura dei contorni.
“Va bene la lunghezza a 12 o mi muovo sul 9?” dice.
“Mi sembrano già abbastanza corti” rispondo, osservando e palpando il buco.
“No, perché sennò posso farli ancora più corti, a pelle proprio”.
“No, no. Va bene così” rispondo ancora con tono preoccupato.
Da quel momento è un bailamme di forbici e rasoi, posizioni funamboliche del collo e giri di sedia che gli permettono di scrutare con precisione il lavoro. La delicatezza con cui mi tratta è pari a quella di un rinoceronte che cammina fra i cristalli. Alla prova dello specchio che tiene in mano, provo a centrare faticosamente la nuca e gli faccio notare che alcune zone sono più lunghe di altre. Mi risponde gentilmente che deve “raffinare” quella parte. Dopo un altro quarto d’ora, sguaina la lametta per segnare i contorni e le basette, sopra una delle quali sento formarsi un bruciore crescente, vivido. Passa alla nuca, ma la sensazione si raddoppia, determinando un dolore alternato, ubiquo.
Finalmente mi pulisce, togliendomi il grembiule e puntando di nuovo lo specchio nel nulla. Gli chiedo di abbassarlo un po’ e noto segni e linee ondulate che mi rassegno ad accettare. La sfumatura non esiste: vi è solo una profonda scanalatura fra la parte alta dei capelli e quella bassa nella quale mi smarrisco. Poi il silenzio.
“Se non va bene taglio un po’ di più, siamo qui per questo” mi dice con la sua stoica gentilezza.
Sconfortato, mi arrendo alla monosillabazione: “No”. Poi aggiungo: “Bene”.
In silenzio, mi alzo e indosso il mio giubbotto. Mentre lo faccio, una rapida serie di immagini mi attraversa la mente come se stessi per morire. Ma la cifra che appare sullo scontrino mi riporta alla realtà, dove il proprietario barbuto mi congeda e il ragazzo mi saluta da lontano.
“Ventisei euro” mi ripeto. “Ventisei”.
Tornato a casa, mi guardo allo specchio e noto del sangue essiccato sull’orecchio destro, oltre ad altri segni rossi sul collo. Ho peli sparsi ovunque, nidificati nelle orecchie. Sembro la brutta copia di Tom Hardy, ma con una stempiatura esaltata dal taglio. Mi convinco a scrivere una recensione negativa, sebbene non sia abituato per niente a farlo. Forse servirà a qualcuno.